Il settore della lombricoltura da reddito è ricco di informazione che cresce giorno dopo giorno. Tuttavia, anche questo settore presenta dei miti assolutamente da sfatare.
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Abbiamo già sfatato 5 miti nell’articolo “ecco 5 miti da sfatare sulla lombricoltura”. In questo articolo ne sfatiamo altri 5.
1. I lombrichi vivono fino a 15 anni?
Assolutamente no. Secondo quanto riporta nel suo libro Vermiculture Technology, uno dei più grandi esperti in materia di lombricoltura, il biologo-ricercatore Clive A. Edwards, in condizioni controllate di laboratorio, l'aspettativa media di vita di un lombrico è di 594 gg a 18°C e 589 gg a 28°C con una speranza di vita massima tra 4,5 e 5 anni, mentre in condizioni naturali può essere notevolmente ridotta, ma in nessun caso un lombrico può vivere 15 anni.
2. SOLO da letame bovino, ovino, suino, equino si ottiene Vermicompost da letame?
Anche questo mito è falso. Sebbene ancora oggi alcune aziende di lombricoltura riportino erroneamente tale dicitura, rimarcandola a caratteri cubitali inducendo in errore neolombricoltori e allevatori poco attenti, il Dlgs 75 del 29 aprile 2010 è stato modificato nel 2015. Infatti da questa data, per produrre vermicompost, è consentito adoperare le seguenti matrici organiche: deiezioni di vermi (Vermicompost) e di insetti, letame, letame essiccato e pollina, effluenti di allevamento compostati, compresi pollina e stallatico compostato. I cambiamenti rispetto alla precedente versione della normativa sono sostanziali.
3. Da un uovo di lombrico nascono 20 esemplari?
Anche in questo caso è assolutamente falso. Le "uova di lombrico", chiamate cocoons dagli americani, nel gergo tecnico prendono il nome di ooteche. La media dei piccoli nati per ooteca è di 1 nel Lumbricus rubellus e di 2.5-3.8 nell'Eisenia andrei (identica negli Eisenia fetida), mentre nell'Eudrilus eugeniae è di 2-2,7. E' vero sì che i lombrichi hanno un andamento di crescita esponenziale, infatti un individuo nel corso della sua vita, in condizioni ottimali, potrebbe dare alla luce da 700 a 1500 esemplari, ma alla luce dei dati appena esposti, i numeri forniti da alcuni allevatori in fase di progettazione di un impianto possono essere volutamente molto fuorvianti.
4. Ogni 3 mesi si sdoppia la lettiera?
Assolutamente no. Per "sdoppiaggio" molti allevatori intendono la realizzazzione di due lettiere partendo da una. Per comprendere meglio questo concetto facciamo un esempio: se avessimo una lettiera di 10 m2, sdoppiandola arriveremmo ad averne una da 20 m2 o due da 10 m2. Come si può ben intendere, in periodi critici dal punto di vista termico, come l'inverno o l'estate, i lombrichi rallentano il proprio metabolismo, perciò questi numeri sono esclusivamente teorici. C'è da aggiungere che durante queste operazioni molti lombrichi vengono danneggiati o addirittura muoiono per schiacciamento e taglio e necessitano di un periodo di adattamento alla nuova lettiera, che può durare anche alcune settimane. Un altro fattore limitante di cui molti allevatori non tengono conto è il fatto che i lombrichi sono ermafroditi imperfetti ovvero necessitano di un altro esemplare per compiere la fecondazione e generare nuovi individui, perciò a causa della diminuzione della densità nella lettiera, la percentuale di individui che si accoppierà sarà notevolmente minore.
5. I lombrichi quando nascono sono rosa?
Anche questa diceria è falsa. I lombrichi quando nascono sono completamente bianchi, infatti si presentano inizialmente come dei filamenti piccolissimi di colore bianco, dopo alcuni giorni tendono a cambiare colore e da bianchi virano prima verso il rosa, poi diventano rossi (Eisenia andrei o "red worms" per gli americani), rossi con la parte terminale della coda gialla (Eisenia fetida o "tiger worms").
Ecco altri 5 miti da sfatare nell’articolo “ecco 5 miti da sfatare sulla lombricoltura”.
Leggi anche:
- Lombricoltura da reddito e millantatori - PARTE 1
- Lombricoltura da reddito e millantatori - PARTE 2
- Guadagnare con i lobrichi? Si può!
- Come avviare una lombricoltura da reddito
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